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Mese: Dicembre 2011

Scienza e Blog: questo matrimonio s’ha da fare?

Qualche giorno fa mentre gironzolavo nel sito di J. Curry, la mia attenzione è stata attratta da un link che rimandava a due articoli pubblicati su arxiv.org.

  1. Long-Term Instrumental and Reconstructed Temperature Records Contradict Anthropogenic Global Warming
  2. How Natural is the Recent Centennial Warming? An Analysis of 2249 Surface Temperature Records

I due lavori, contraddistinti dalla sigla LU ed LL, portano la firma del prof. H.J. Lüdecke, del Prof. F.K. Ewert e del Dr. R. Link. I testi e la discussione che ne è seguita, dimostrano che la blogosfera può contribuire in modo determinante alla divulgazione scientifica e al progresso della conoscenza. Si parla in sostanza di analisi di alcune serie di temperature che coprono un arco di circa duemila anni.

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Il Sole nella nebbia della CO2

Fermi tutti, per una volta non parliamo di clima, né dell’eterna lotta tra elementi che dovrebbero condizionarlo. Il Sole in questione è il quotidiano di economia e finanza, la nebbia della CO2, elemento chimico del tutto invisibile, è quella del mercato ETS.

Dalle parti di CM lo diciamo da mesi. Il mercato ETS è sulla soglia del fallimento. Anzi, tecnicamente si potrebbe dire che è già fallito e deve la sua attuale sopravvivenza – meglio definibile agonia – al solo fatto di essere ancora sostenuto a termini di legge. Già questo, l’essere cioè sostenuto da obblighi normativi, stride clamorosamente con le dinamiche di mercato e getta più di un’ombra sulla sua utilità. Non a caso il suo parente prossimo d’oltreoceano, il CCX, è finito in liquidazione alcuni mesi fa, proprio perché non sono intervenute norme a sostenerlo nonostante i fondatori lo sperassero intensamente. Questo non ha impedito loro di farci soldi a palate.

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Critica alla doppia piramide ambientale e alimentare

Alla nuova sede dell’università Bocconi di Milano, Giovedì 1 dicembre 2011 c’è stato un convegno sugli impatti della produzione agricola sui cambiamenti climatici e sull’ecologia del pianeta, tra i relatori il già noto prof Riccardo Valentini dell’IPCC

Nell’analisi degli impatti ambientali dei cibi sono stati selezionati i seguenti indicatori ambientali:

  • il Carbon Footprint, che rappresenta e identifica le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici, ed è misurato in massa di CO2 equivalente;
  • il Water Footprint (o virtual water content), che quantifica i consumi e le modalità di utilizzo delle risorse idriche, ed è misurato in volume (litri) di acqua;
  • l’Ecological Footprint, che misura la quantità di terra (o mare) biologicamente produttiva necessaria per fornire le risorse e assorbire le emissioni associate a un sistema produttivo: si misura in metri quadri o ettari globali.
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Passata la festa, gabbato lo Santo

Ci siamo, la NOAA ha tirato definitivamente le somme per la stagione degli uragani 2011.

Active 2011 hurricanes season breaks Hurricanes ‘Amnesia’ – NOAA

Una stagione, leggiamo, le cui previsioni di attività superiore alla norma sono state rispettate. I sistemi che hanno ricevuto un nome, ossia che hanno assunto le caratteristiche di Tempesta Tropicale o Uragano, sono stati 19; 7 di questi sono stati Uragani veri e propri, di cui 3 con intensità superiore al livello 3 (Major Hurricanes) della scala Saffir Simpson.

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Un clima meno sensibile, un paper un po’ più chiaro, una ostilità oscura.

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un post circa la pubblicazione di un nuovo articolo scientifico in cui si abbassa in modo consistente la stima della sensibilità climatica, fattore cruciale nella discussione sul peso dell’impatto antropico sulle dinamiche del clima. Qui il nostro post.

Gironzolando per il clima-web, ieri ho trovato una intervista a una delle firme dell’articolo, Natan Urban. E’ una lettura interessante, perché fornisce un chiaro approfondimento dell’argomento e anche del materiale utile alla comprensione del loro lavoro.

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Climategate 2.0: L’uccello del malaugurio

Diciamo la verità, in fondo, sebbene animati da proprie personali cognizioni di causa, anche gli scettici climatici più impenitenti sperano che i profeti della catastrofe climatica si sbaglino. Ci mancherebbe, come potrebbe essere altrimenti?

E allora perché il profeta di tutti i profeti, l’ottimo Phil Jones, guida carismatica della Climatic Research Unit (CRU), si ritrovava a sperare che i suoi colleghi, improvvisamente colti da un lampo di genio e impegnati a immaginare una pressoché totale assenza di riscaldamento fino al 2020, si sbagliassero di grosso (email 4195.txt)?

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La PNL del WWF

Da Wikipedia. Programmazione Neuro Linguistica (PNL): tecnica che postula la possibilità di influire sugli schemi comportamentali di un soggetto tramite la manipolazione di processi neurologici attuata tramite l’uso del linguaggio.

Dalle pagine del WWF Italia, tra poco inizierà la seduta. Per facilitarvi il compito ho evidenziato in blu le cose vere e in rosso quelle che si appoggiano a quelle verità per essere percepite come tali malgrado non lo siano:

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Resistere, resistere, resistere…

C’era una volta in cui l’attivismo faceva la scienza, e le opinioni per nulla condizionate dei militanti facevano bella mostra di se nei report scientifici. Qualche esempio, tra l’altro recente, in questi post di CM:

Ora che la scienza sembra aver faticosamente ripreso il suo corso e nell’SPM dello Special Report sugli eventi estremi leggiamo che ci sono molti più dubbi che certezze e che proprio non c’è verso di collegare gli eventi tipicamente meteorologici alle dinamiche del clima, ancor di più ad un presunto clima che cambia per cause antropiche, l’attivismo se ne frega e continua imperterrito per la sua strada.

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