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Mese: Novembre 2011

Quando la bomba ti scoppia in faccia

Sarà una deformazione professionale, ma credo che molti di quelli che ci seguono, ognuno nel proprio campo, abbiano maturato una decisa malsopportazione per la serie pressoché continua di neologismi e mode che la comunicazione mediatica ci propina regolarmente.

L’avversione poi, diventa quasi voglia di gettare la spugna quando ti rendi conto che nonostante il neologismo e la moda di turno distorcano, sviliscano e travisino completamente l’oggetto della discussione che ti capita incidentalmente di conoscere, molti di quelli che come te lo conoscono si adeguano perfettamente, fornendo mirabolanti spiegazioni tecniche per fornire una patente di credibilità a quella che altrimenti sarebbe un’autentica boiata.

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Clima tempeste e alluvioni

Di solito i titoli non li copiamo, ma quello che leggete è lo stesso titolo di un post pubblicato qualche giorno fa da Stefano Caserini su climalteranti.it. I lettori più attenti ricorderanno che dopo l’evento alluvionale di Roma, abbiamo pubblicato un post in cui chiedevamo ai vari esperti intervenuti di fornire delle spiegazioni, di motivare scientificamente le affermazioni con cui si ricollegava quel genere di eventi ai cambiamenti climatici, ovvero a quanto è stato previsto che debba accadere in ragione del riscaldamento del Pianeta.

Successivamente, è successa esattamente la stessa cosa per l’evento nelle Cinque Terre. Le stesse domande cui però sono giunte delle risposte da parte di due degli interessati. Nel primo caso siamo in attesa di ulteriori approfondimenti che speriamo di poter pubblicare direttamente su CM. Nel secondo caso gli approfondimenti già ci sono, e sono nel post linkato poche righe più su. Risposte tuttavia non dirette, perché si tratta più che altro di una opinione sull’argomento, proprio come annunciato nella segnalazione in questo commento sulle nostre pagine.

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Non chiamateli eventi eccezionali

Dopo aver visto accadere a poca distanza dalla propria casa tragedie come l’ennesima alluvione della propria città, la seconda sensazione personale – subito dopo la condivisione del dolore altrui – è la nausea di vedere ripetersi, come negli ultimi trenta/quarant’anni di cui posso dare testimonianza personale, le solite discussioni che probabilmente non porteranno a niente. E’ un evento eccezionale; no, non lo è. Si poteva prevedere, si poteva evitare; no, non si poteva. E così via.

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Liguria ma non solo, cronaca di eventi geologici.

Di questi giorni si fa un gran parlare di ciò che è stato fatto e di ciò che si sarebbe potuto/dovuto fare per evitare i tragici eventi che hanno colpito così duramente l’alto versante tirrenico e le coste liguri. Ma il problema non è certo recente, né nuovo.

In un quadro di riferimento che per molti aspetti parla da sé, per i riferimenti storici, per la conformazione orografica e per l’importante antropizzazione cui molte delle zone a rischio idrogeologico sono state sottoposte, sussistono forse tuttavia delle lacune conoscitive che in qualche modo sarebbe opportuno provare a colmare.

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Piove sempre dove ha già bagnato, eppure ogni volta sembra una sorpresa – Aggiornamento

Con le informazioni che seguono, il CNR che descrive brevemente ciò che è accaduto in Liguria negli ultimi 50 anni (Nell’immagine: Sarno, 5 maggio 1998 – Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).

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I boschi sarebbero molto silenziosi se cantassero solo gli uccelli più intonati.

I boschi sarebbero molto silenziosi se cantassero solo gli uccelli più intonati, invece sembra che i termometri utilizzati a scopi meteorologici siano tutti “intonati” nonostante che quasi nessuno affronti il problema del peggioramento dell’accuratezza della misura con il trascorrere del tempo e tenga conto degli errori strumentali. Le informazioni e/o dati di qualità, non sono necessariamente eccellenti, ma è necessario che il loro requisito di qualità sia noto e dimostrato e che soddisfino i requisiti dettati dallo scopo per cui sono stati prodotti o utilizzati. Invece nel mondo meteorologico sembra che il concetto di qualità si sia cominciato ad affrontarlo solo l’anno scorso, ne abbiamo scritto in “Un mondo alla ricerca della qualità”.

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Pillole di saggezza in un mare di Yuan

Da corriere.it: La Cina punta forte sulle rinnovabili.

Valerio Rossi Albertini, professore di chimica fisica dei materiali innovativi e ricercatore del Cnr, racconta al corriere la sua esperienza al al summit di fine ottobre a Dalian, dal titolo Leading the green economy: returning to harmony with nature.

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Mirror posting: Italia, ci vuole il «geologo condotto»

Riccardo Cascioli raccoglie il pensiero di Uberto crescenti su “La Bussola Quotidiana“. Da leggere.

Italia, ci vuole il «geologo condotto»

«Cambiamenti climatici? Non c’entrano niente. La prevenzione? Sarebbe semplice, ma si preferisce ricostruire dopo le tragedie perché in questo modo girano più soldi». Il professor Uberto Crescenti è molto netto nei suoi giudizi a proposito della tremenda alluvione che nei giorni scorsi ha colpito Liguria e Toscana, in particolar modo la zona delle Cinque Terre, e rilancia la proposta di un “geologo condotto” che sostiene da almeno dieci anni. Docente di Geologia applicata all’Università di Chieti e già presidente della Società Geologica Italiana, Crescenti studia da una vita il fenomeno del dissesto idrogeologico italiano.

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Tirare l’acqua al proprio mulino

Certo, di questi tempi parlare d’acqua non è proprio il massimo, tuttavia, siamo comunque nella stretta attualità. Gli eventi atmosferici recenti ed attuali hanno fatto suonare più di qualche campanello d’allarme. Siamo di fronte ad una deriva incontrollabile degli effetti del maltempo sul territorio? Siamo alle prese con danni e perdite economiche sempre più ingenti?

Uno dei cavalli di battaglia di quanti sostengono che gli eventi estremi siano aumentati per numero e intensità, è quello che tale segnale sarebbe inoltre evidenziato dall’aumento esponenziale dei costi sociali di questi eventi (qui un esempio). In tutti questi interventi tuttavia, non è chiaro perché ci si dimentichi sempre di specificare che, in particolare per il nostro Paese, la bibliografia scientifica sull’argomento è decisamente scarsa, spesso contraddittoria e, soprattutto, assolutamente poco ‘robusta’, per effetto di una sostanziale assenza di dati storici che siano stati resi opportunamente omogenei ed affidabili. E questo vale tanto per gli aspetti puramente meteorologici e climatici, quanto per quelli economici.

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A.A.A. offresi quote emissione. Sconto 70% a causa previsione errata.

Esiste in Europa, dall’entrata in vigore del “Protocollo di Kyoto”, un mercato dei “carbon credit”. Per dirla molto grossolanamente in borsa si scambiano le quote di emissione come se fossero un nuovo prodotto, una nuova “commodity”, una nuova “materia prima” di cui tutti molto probabilmente un giorno avranno bisogno. La speranza degli ecologisti (esempio: “Protocollo di Kyoto, il Wwf si schiera con il commercio di emissioni”) e della finanza “verde” sembra sia che tale borsa divenga mondiale: visto che ogni azione umana  comporterà un consumo di energia e quindi un’emissione, questa dovrà essere bilanciata da “un’azione” acquistata/scambiata in borsa (da dei crediti). Un nuovo mercato enorme. A molti è stato fatto credere che la finanza era in grado di poter contribuire in modo essenziale al problema dei cambiamenti climatici, ci hanno persuaso che le banche/fondi, prima dello sviluppo tecnologico, erano in grado di aiutare la salute del pianeta.

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Global cooling da satellite

Roy Spencer ha postato sul suo blog gli ultimi dati provenienti dalle sonde satellitari. La media troposfera si sta raffreddando rapidamente, le ultime rilevazioni mostrano il dato per gli ultimi giorni di ottobre 2011 inferiore a quello di tutti gli anni che precedono da quando sono disponibili queste informazioni.

Sulla pagina ufficiale dell’AMSU è disponibile un tool molto interessante che consente di estendere il paragone all’intero arco dell’anno. Analizzando quanto trasmesso dal Channel 6 della sonda si scopre che il 2011 è stato quasi sempre abbastanza freddino.

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