Probabilmente parlare oggi di economia è garanzia di essere immediatamente cestinati, se poi addirittura parliamo di modelli matematici applicati all’economia, allora diventa più che certo. Quanto però stiamo per raccontare è un esempio positivo di come si possano utilizzare i modelli matematici, sebbene per spiegare un fenomeno a dir poco fastidioso. Sto parlando delle cause che hanno portato al rialzo repentino e massiccio dei prezzi delle materie prime alimentari. Ormai siamo in tanti a parlarne (qui su CM ne parliamo da molto tempo, davvero) e nonostante ciò la situazione rimane critica e in tendenza, potrebbe anche peggiorare.
L’analisi di turno questa volta arriva dall’Istituto dei Sistemi Complessi del New England ed è firmata dallo scienziato Yaneer Bar-Yam1 . Prima di partire però, è doveroso un rapido punto della situazione (invito in ogni caso il lettore a compiere una rapida ricerca tra gli articoli più vecchi di CM). Nel 2008 è venuta a galla la punta di un iceberg che affonda le proprie radici almeno un decennio prima: con la bolla speculativa (detta “crisi dei mutui”), una serie di ingenti capitali hanno cominciato a spostarsi da una fonte di investimento all’altra, materie prime alimentari comprese. Ora, dobbiamo tutti ricordarci che la speculazione su queste materie prime non è una novità, c’è sempre stata, ma era confinata agli operatori stessi del settore e serviva fondamentalmente a ripararsi dal rischio legato alla produzione agricola.
- “The Food Crises: A quantitative model of food prices including speculators and ethanol conversion.” By Marco Lagi, Yavni Bar-Yam, Karla Z. Bertrand, Yaneer Bar-Yam. arXiv, Sept. 21, 2011 [↩]