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Categoria: Sole

Non vendete il cappotto

Si chiama Habibullo I. Abdussamatov, ed è certamente un personaggio controverso. Di professione astrofisico, non è certamente un peso leggero nel panorama scientifico del suo paese. Ha un grosso difetto, è clamorosamente scettico in materia di riscaldamento globale di origine antropica. Le sue ‘esternazioni’ sull’effetto serra hanno fatto discutere. Avrebbe potuto risparmiarsele e concentrarsi sul suo specifico settore di applicazone, sul quale invece sconsiglierei di affrontarci una discussione.

Ha pubblicato di recente un nuovo paper, il titolo è tutto un programma:

Bicentennial Decrease of the Total Solar Irradiance Leads to Unbalanced Thermal Budget of the Earth and the Little Ice Age

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Il Sole freddo: Perché non ci sarà il disastro climatico.

E’ questo il suggestivo titolo del libro di Fritz Vahrenholt, chimico, fino a ieri uomo di punta di RWE, colosso industriale delle fonti rinnovabili in Germania. Un passato e un presente di impegno nell’ambientalismo, sia come politico che come manager. Non è scettico Fritz Vahrenholt, anzi, è convinto che l’uomo abbia ci abbia messo del suo nelle dinamiche del clima. Ma non vuole più fidarsi dell’IPCC e, ovviamente, anche di tutto il movimento salva-pianeta da cui il Panel è stato a suo dire ideologicamente contaminato.

Il perché lo spiega lui, ed è semplice. Come esperto di rinnovabili ha partecipato al processo di revisione dell’ultimo Report del Panel ONU sulle risorse rinnovabili, trovando più di qualcosa che non andava. I suoi rilievi, racconta, sono stati semplicemente messi da parte. Questo gli ha fatto sorgere il dubbio che l’approccio potesse essere simile anche nel report per i cambiamenti climatici, e quindi ha fatto un po’ di ricerca.

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Niente minimo solare, siamo inglesi!

Alcuni giorni fa, abbiamo pubblicato un post dal titolo un po’ drammatico:

Se il Sole muore – CM 25 gennaio 2012

Già dalle prime righe, tuttavia, ci siamo anche affrettati a specificare che non c’ea alcun bisogno di essere tragici, piuttosto che di una dipartita, per la nostra stella si potrebbe trattare di poco più di un raffreddore.

Lo spunto alquanto criptico in realtà, serviva per introdurre il commento ad un paper di recente pubblicazione in cui si presagisce una decisa diminuzione dell’attività solare per il prossimo ciclo, il 25°. In calce al commento, che se volete potete rileggere, una breve considerazione: se davvero dovesse andare così, si potrà definitivamente dire addio al Periodo Caldo Moderno, cioè al global warming ruggente.

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Se il Sole muore

Forse non è il caso di farla così tragica. Basta che abbia un tenue raffreddore. Qualche sintomo c’è già, visto che l’attuale Ciclo Solare ci ha messo una vita per iniziare e potrebbe essere prossimo ad una fase apicale che, benché prolungata, sembra proprio possa essere caratterizzata da livelli molto bassi di tutti gli indici dell’attività solare, macchie comprese.

Ma siccome la voglia di far previsioni non passa, nonostante i ripetuti insuccessi, ecco che arrivano le prime idee circa quello che potrebbe essere il carattere del prossimo ciclo solare, quello contrassegnato con il numero 25.

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Anche il Sole ha le sue anomalie

Il sole e il ciclo solare 24 non smettono di regalare agli studiosi della materia nuovi spunti per la ricerca e quesiti sulle conoscenze finora raggiunte. L’ultimo in serie cronologica di questi spunti può venire da alcuni dati che descrivono l’andamento del ciclo solare. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un graduale aumento del numero delle macchie solari e del flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7 cm. Nei cicli passati tale incremento andava di pari passo con un aumento di un indice geomagnetico l’indice AP.

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