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Categoria: Meteorologia

Outlook – Bollettino dell’8 gennaio 2012

Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi

08/01/2012

La situazione stratosferica nei piani compresi tra 1 e 5 hPa, ed in parte fino alla quota barica di 10hPa, vede un graduale seppur non incisivo ricompattamento del VPS, dovuto all’attenuazione dei flussi di calore che hanno dato avvio al primo minor warming stagionale. Il riscaldamento stratosferico ultimatosi nella precedente settimana, riconducibile in parte allo stazionamento dell’onda convettiva equatoriale rilevabile dalla MJO (Madden Julian Oscillation) nelle fasi 3 e 4, va muovendosi verso est inibendo la convezione nella zona dell’oceano Indiano per trasferirla nella zona del Pacifico centrale.

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Seven Spin Off – Gennaio 2012 – #1

Abbiamo iniziato due anni fa con l’Outlook. Obbiettivo: guardare dove i modelli meteorologici non arrivano, cioè fino e oltre i trenta giorni. In troposfera? No, più su, al piano di sopra.

Da oggi, dalla prima settimana del 2012, scendiamo di un piano, lo strato di cui una volta si diceva che avesse l’esclusiva degli eventi atmosferici. Faremo insieme una discussione settimanale sullo stato della troposfera. Sulla sua evoluzione e sulle sue dinamiche.

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Cosa significa non voler capire che la musica è cambiata

Il 2011 è agli sgoccioli, un anno che non si è certo risparmiato dal punto di vista meteorologico, anche nel recentissimo passato. All’inizio dell’autunno piogge torrenziali, perturbazioni atlantiche entrate nel Mediterraneo come un coltello nel burro, territorio flagellato da una tipica circolazione meridiana, con il Paese è flagellato da eventi che non si vedevano dagli anni ’60 e ’70. Se sei sotto l’aria calda sub-tropicale ti viene voglia di andare al mare e aspetti le rondini. Se sei sul bordo discendente del flusso corri a controllare l’attrezzatura invernale. Per gli ottimisti gli sci, per tutti gli altri pneumatici invernali.

E ti dicono che è colpa del riscaldamento globale.

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Giochiamo d’anticipo

La premessa la prendiamo dall’ultimo report IPCC sugli eventi estremi:
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There is medium confidence that there will be a reduction in the number of extra-tropical cyclones averaged over each hemisphere. While there is low confidence in the detailed geographical projections of extra-tropical cyclone activity, there is medium confidence in a projected poleward shift of extra-tropical storm tracks. There is low confidence in projections of small spatial-scale phenomena such as tornadoes and hail because competing physical processes may affect future trends and because current climate models do not simulate such phenomena. [3.3.2, 3.3.3, 3.4.5]

Si riscontra medium confidence che ci sarà una diminuzione nel numero medio dei cicloni extra-tropicali in entrambi gli emisferi. Mentre c’è low confidence nelle proiezioni geografiche dettagliate dell’attività dei cicloni tropicali, c’è medium confidence nella previsione di uno spostamento verso nord delle traiettorie dei cicloni extra-tropicali. C’è low confidence nelle proiezioni dei fenomeni a ridotta scala spaziale come i Tornado e la grandine a causa di processi in competizione tra loro che potrebbero avere impatto sui trend e a causa del fatto che gli attuali modelli climatici non simulano questo genere di fenomeni.
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Super Tornado? Ci vuole il Supergetto!

La scorsa primavera nelle cronache meteorologiche hanno tenuto banco l’outbreak di Tornado negli Stati Uniti centrali. Un anno prima, invece, era stata la volta delle alluvioni, per le quali ebbe un ruolo importante anche il disgelo della grande quantità di neve caduta nei mesi invernali.

Inutile dire che anche allora, come accade ormai più o meno regolarmente, l’indiziato numero uno per l’intensità degli eventi registrati è stato il cambiamento climatico. Oggi, per la precisione ieri e oggi, al meeting dell’American Geophysical Union, due meteorologi americani hanno presentato un poster con il quale attribuiscono l’intensità di quegli eventi alla sovrapposizione del getto polare e di quello sub-tropicale. Tecnicamente questo evento si definisce ‘merging’.

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Passata la festa, gabbato lo Santo

Ci siamo, la NOAA ha tirato definitivamente le somme per la stagione degli uragani 2011.

Active 2011 hurricanes season breaks Hurricanes ‘Amnesia’ – NOAA

Una stagione, leggiamo, le cui previsioni di attività superiore alla norma sono state rispettate. I sistemi che hanno ricevuto un nome, ossia che hanno assunto le caratteristiche di Tempesta Tropicale o Uragano, sono stati 19; 7 di questi sono stati Uragani veri e propri, di cui 3 con intensità superiore al livello 3 (Major Hurricanes) della scala Saffir Simpson.

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E fu così che il tempo divenne il clima

Princeton researchers found for the first time that day-to-day weather conditions have become more erratic in the past generation. Days have increasingly fluctuated between sunny and dry, and cloudy and rainy with little in-between, which can have negative consequences for ecosystems, plants, solar-energy production and other factors that depend upon consistent weather. Green areas on this map indicate an increase in day-to-day solar radiation (sunshine) variability between 1984 and 2007; pink indicates a decrease. The portion over the Indian Ocean is voided due to a lack of consistent data. (Credit: Image courtesy of David Medvigy)

Clima ad alta frequenza, questa è la definizione con cui gli autori di un nuovo studio pubblicato sul Journal of Climate descrivono la variabilità meteorologica giornaliera.

Si passa più rapidamente dal solleone ai nubifragi? Il cielo è più sereno di sereno o più nuvoloso di nuvoloso? In poche parole, il tempo è più pazzo che mai in una sorta di marzo ripetuto per dodici mesi l’anno?

Da qualche parte nel mondo sembra di sì. In valore assoluto sul 35% della superficie del Pianeta, più precisamente nella fascia intertropicale africana e oceanica.

La fonte delle informazioi sono i dati raccolti dal Satellite Cloud Climatology Project e dal Global Precipitation Climatology Project, per un periodo di osservazioni che va dal 1984 al 2007 per le nuvolosità e dal 1997 al 2007 per le precipitazioni.

Però sembra che questa trasposizione nel quotidiano dei cambiamenti climatici – da notare il fatto che gli autori ammoniscono che questa incrementata variabilità potrebbe avere un decisivo impatto sulla generazione di energia e sulla capacità della vegetazione di assorbire CO2 – per essere una risposta locale ad un forcing globale abbia una caratteristica spaziale piuttosto eterogenea (qui, su Science Daily l’approfondimento ed il comunicato stampa).
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Precipitazioni intense: il “Tachisenzametro” ovvero il “Tachimatematico”.

Il tachimetro (dal greco ταχύς tachýs, “veloce”) è lo strumento di misura della velocità istantanea di un mezzo di trasporto, generalmente terrestre. Facciamo finta che ancora non sia stato inventato e che, delle carrozze e negli ultimi due secoli, siano stati archiviati solo i giorni in cui si sono mosse ed in questi, generalmente, quanti km  sono stati percorsi.

Ipotizzate ora che qualche  statistico-matematico armato di un ottimo calcolatore, effettui uno studio sull’evoluzione temporale della velocità aggregando i dati e calcolando giornalmente la “velocità della carrozza” come distanza giornaliera diviso le 24 ore. Alla fine, confrontando i dati,  ipotizziamo che si arrivi ad affermare scientificamente che le carrozze sono divenute più veloci di una volta.

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Quando la bomba ti scoppia in faccia

Sarà una deformazione professionale, ma credo che molti di quelli che ci seguono, ognuno nel proprio campo, abbiano maturato una decisa malsopportazione per la serie pressoché continua di neologismi e mode che la comunicazione mediatica ci propina regolarmente.

L’avversione poi, diventa quasi voglia di gettare la spugna quando ti rendi conto che nonostante il neologismo e la moda di turno distorcano, sviliscano e travisino completamente l’oggetto della discussione che ti capita incidentalmente di conoscere, molti di quelli che come te lo conoscono si adeguano perfettamente, fornendo mirabolanti spiegazioni tecniche per fornire una patente di credibilità a quella che altrimenti sarebbe un’autentica boiata.

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Global cooling da satellite

Roy Spencer ha postato sul suo blog gli ultimi dati provenienti dalle sonde satellitari. La media troposfera si sta raffreddando rapidamente, le ultime rilevazioni mostrano il dato per gli ultimi giorni di ottobre 2011 inferiore a quello di tutti gli anni che precedono da quando sono disponibili queste informazioni.

Sulla pagina ufficiale dell’AMSU è disponibile un tool molto interessante che consente di estendere il paragone all’intero arco dell’anno. Analizzando quanto trasmesso dal Channel 6 della sonda si scopre che il 2011 è stato quasi sempre abbastanza freddino.

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Italia e eventi estremi: una serie di quesiti.

Le agenzie di stampa sono inondate da dichiarazioni a dir poco preoccupanti. Gli eventi disastrosi della Riviera Ligure e della Lunigiana sono da ascrivere al riscaldamento globale. A livello regionale l’Italia, immersa nell’hot spot del Mediterraneo, avrebbe visto tra l’altro un aumento delle temperature ancora più incisivo, sia sulla terra che sul mare. Questa è considerata essere una evidenza di questa relazione di causa effetto.

Luca Mercalli, Vincenzo Ferrara, Stefano Caserini, e, nei giorni scorsi, Massimiliano Pasqui e Giampiero Maracchi. Con argomentazioni molto simili hanno tutti messo in evidenza il problema. Piove più forte perché fa più caldo e perché il mare è più caldo.

A tutti questi seri professionisti faccio una serie di domande che spero non cadano nel vuoto:

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Ciliegie fuori stagione

Se chiedete a chi è convinto della totale o quasi responsabilità umana sui cambiamenti climatici se è anche favorevole al cibo a chilometri zero, risponderà sì senza esitare un attimo.

Provate però a chiedergli se gli piacciono le ciliegie. Otterrete un’altro sì. Un gradimento così sfrenato da non resistere alla tentazione.

Studi come quello di cui parliamo oggi dovrebbero avere la bontà di uscire solo a maggio, nel mese delle ciliegie, così sapremmo in anteprima di cosa si tratta.

Ecco qua, dal Blog di Roger Pielke jr:

Increase of extreme events in a warming world

 

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Un po’ di meteo in mezzo a tanto clima

Oggi apriamo una parentesi meteorologica sulle pagine di CM. Non accade molto spesso come sanno i lettori più affezionati, soprattutto perché di aree web dove…

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