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Categoria: Meteorologia

La (ri)scoperta delle situazioni di blocco

Che cosè una situazione di blocco in termini atmosferici? Semplice e al tempo stesso complicatissimo, specie in termini di previsioni. Si tratta sostanzialmente di un rallentamento dei flussi atmosferici, che la circolazione generale dell’atmosfera vuole che scorrano mediamente con direttrice ovest-est nell’emisfero boreale. Con la parola “mediamente”, si sottende il fatto che questi flussi, anche se a volte assumono un andamento conforme ai paralleli acquisendo anche elevata velocità, sono in verità piuttosto ondulati. In sostanza l’aria non corre mai o quasi mai in modo rettilineo da New York a Lisbona, ma piuttosto si sposta seguendo delle ondulazioni che a volte sono più marcate, altre volte lo sono molto meno. Generalmente, l’accentuazione di queste onde dipende dalla posizione e dal vigore delle figure bariche permanenti o semi-permanenti, anch’esse frutto delle dinamiche della circolazione generale.

 

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Quando non c’erano le bombe d’acqua

Giovedì scorso l’area circostante la città di Catania è stata colpita da un violento nubifragio. Un evento intenso ma non eccezionale, almeno stando a quanto riportato dalle reti pluviometriche disponibili. Senza voler approfondire più di tanto l’analisi tecnica dell’evento, si può dire che con le correnti in quota da sud che hanno generato il forcing perché si formasse un minimo a mesoscala sottovento alle coste della Tunisia, si è generato un intenso flusso orientale sullo Jonio che ha accumulato tutta l’umidità di cui disponeva sul versante orientale dell’Etna, fornendo carburante ad una cella temporalesca stazionaria. Per cui, la concentrazione delle abbondanti precipitazioni in un lasso di tempo molto breve su di un areale con orografia particolare hanno fatto sì che l’impatto sia stato molto significativo.

 

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Un mese di meteo – Gennaio 2013

IL MESE DI GENNAIO 2013

Prevalenza di condizioni di tempo instabile specie nelle seconda e terza decade del mese. In complesso piovosità anomalmente abbondante su gran parte dell’area e temperature prossime alla norma.1

 

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  1. Questo commento è stato condotto con riferimento ad una normale climatica che per le temperature massime e minime è costituita dalla media ventennale 1993-2012 e per le precipitazioni dalla media 1995-2012 riferita ai dati della banca dati agrometeorologica nazionale di CRA-CMA (www.cra-cam.it). I dati del periodo in corso sono stati attinti dalla banca dati CRA-CMA. L’analisi circolatoria si è riferita a dati NOAA NCEP (http://www.esrl.noaa.gov/psd/data/histdata/). Come carte circolatorie di riferimento si sono utilizzate anzitutto le topografie del livello barico di 850 hPa in quanto rendono in modo molto efficace l’effetto orografico di Alpi e Appennini sulla circolazione sinottica. A tale base si son poi associate considerazioni  relative alla media ed alta troposfera. []
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Un tempo da un miliardo di dollari

Non è una scommessa sulla prossima possibile-anzi-no-ma-forse-sì passata di neve a Roma quella cui faccio riferimento. Anzi, non è proprio una scommessa. Si tratta piuttosto di uno strumento di analisi messo a punto dalla NOAA in materia di danni provocati dagli eventi atmosferici estremi.

 

E’ qualcosa di molto mediatico, sia nei contenuti che nell’editing grafico. E, naturalmente, i media ci si sono tuffati traendo le solite molto affrettate conclusioni: il clima che cambia non solo ci arrostirà, ma probabilmente prima che questo accada ci ridurrà sul lastrico distruggendo a colpi di vento, inondazioni, siccità et similia tutto quello che abbiamo di più prezioso. Confido nel fatto che non fosse questo lo scopo perseguito da chi ha implementato questo progetto, diciamo che è stata cercata la diffusione di un messaggio il più comprensibile possibile, magari perché si prendano ancora di più le giuste precauzioni per difendersi da una Natura che, di fatto, proprio clemente non è mai stata. Che questa cambi oppure no.

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Outlook inverno 2012 – 2013 – Aggiornamento del 1 Febbraio 2013

Cominciamo la nostra trattazione con l’attività solare la quale continua a mostrarsi piuttosto “debole”. L’indice geomagnetico aa index del mese di dicembre, in figura 1, continua il trend di discesa iniziato lo scorso ottobre attestandosi sul valore di 14,18 nel mese di dicembre. Dall’immagine in figura 2 si conferma quanto appena scritto con il numero di macchie solari mensili (SSN) in discesa con un valore di circa 41 macchie.

 

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Resilienza tempi di ritorno e memoria corta

Su queste pagine abbiamo affrontato il tema degli eventi estremi moltissime volte, forse troppe. Eppure è molto difficile evitare di tornarci su, perché gli input che arrivano sono davvero tanti. Per esempio qualche settimana fa abbiamo visto come si stia iniziando a parlare di obbligatorietà della copertura assicurativa dalle calamità naturali. Un discorso che da noi è veramente in embrione, malgrado qualche operatore del emrcato assicurativo si stia già muovendo e malgrado in altri paesi il percorso, pur difficile, sia in effetti già tracciato.

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Ho un SUV che è un jet!

Il mio SUV, ma anche il vostro o, se preferite, la vostra utilitaria, è un jet. Ma non nel senso del motore a reazione, piuttosto nel senso del jet stream, ossia il veloce flusso ad alta quota che separa l’aria polare da quella delle medie latitudini e quest’ultima dall’aria sub-tropicale.

 

Il jet stream, o corrente a getto, è il motore della circolazione atmosferica a livello emisferico, dove il calore ricevuto dal Sole ne è invece il carburante. Volendo potremmo andare avanti parecchio con i paragoni tra un mezzo meccanico e la circolazione dell’aria attorno al Pianeta, ma per il momento ci fermiamo qui.

 

Ci basti sapere che le oscillazioni latitudinali e longitudinali della corrente a getto polare determinano la rotta delle perturbazioni. Quella che stiamo vivendo per esempio è una stagione che sta vedendo il getto polare muoversi a latitudini piuttosto basse, sicché le perturbazioni viaggiano basse e la stagione è piuttosto piovosa. I “puristi” del meteo mi perdoneranno per questa descrizione a dir poco grossolana, ma ne avevo bisogno per preparare l’argomento di oggi.

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El Azizia 13 settembre 1922, 58°C: un record da cancellare.

Gli appassionati di meteorologia sanno bene di cosa parlo, il 13 settembre del 1922, quando fiorivano (si fa per dire) le attività coloniali del belpaese, in un avamposto situato a pochi chilometri dalla costa libica, appunto nella località di El Azizia, fu misurata una temperatura massima di 58°C. Una misura che ha resistito per 90 anni come record assoluto di caldo sul Pianeta, almeno con riferimento a quanto è stato mai misurato in condizioni cosiddette standard.

Ma questo record, probabilmente, è un falso. Anzi, dato che appena tre mesi fa c’è stato un pronunciamento ufficiale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, si può fugare ogni dubbio: a El Azizia, in quel lontano giorno di fine estate ha fatto caldo sì, ma non più caldo che mai.

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Un mese di meteo: Dicembre 2012

di Guido Guidi e Luigi Mariani

 

Introduzione

Dopo la sperimentazione di un commento settimanale da questo mese abbiamo deciso di cimentarci con un commento meteorologico mensile che renda ragione di andamenti ed anomalie riscontrate con riferimento ad una normale climatica che per le temperature massime e minime è costituita dalla media ventennale 1993-2012 e per le precipitazioni dalla media 1995-2012 riferita ai dati della banca dati agrometeorologica nazionale di CRA-CMA (www.cra-cam.it). I dati del periodo in corso sono stati attinti sia dalla banca dati CRA-CMA che dalla banca dati NOAA-GSOD.

 

L’analisi circolatoria si è riferita a dati NOAA NCEP.

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Sette giorni di “Tempo” – 19/25 Dicembre 2012

di Guido Guidi e Luigi Mariani

Commento

Il periodo di riferimento (19-25 dicembre 2012), ha visto inizialmente una decisa ripresa dell’indice di zonalità del flusso perturbato principale, con l’Oscillazione Artica in costante aumento e la North Atlantic Oscillation tornata in territorio positivo. Zonalità consolidatasi il 20 di dicembre, pur in presenza di una contestuale ripresa del campo di massa in area atlantica, con lo sviluppo di un  promontorio di origine sub-tropicale sul vicino atlantico. Il flusso sul bordo discendente di detto promontorio ha accompagnato un debole transiente sulle nostre regioni nella giornata del 21 dicembre. Il forcing in quota associato al transiente si è rivelato più attivo sulle regioni del basso versante tirrenico, segnale messo bene in evidenze dalle precipitazioni cumulate nel periodo (19-22 dicembre). La successiva espansione verso l’Europa centro-occidentale del promontorio ha successivamente generato condizioni di stabilità sul territorio, esercitando al contempo una accentuata compressione adiabatica sulle regioni settentrionali, fatto a cui si deve la persistenza delle formazioni di nebbia in Pianura Padana, provocando inoltre un deciso rialzo termico in particolare sulle regioni centro-meridionali. Il promontorio è stato poi quasi completamente eroso alla base dall’ingresso di una nuova saccatura atlantica per fine periodo.

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Sette giorni di “Tempo” – 5/11 Dicembre 2012

di Luigi Mariani e Guido Guidi

Commento

Nel periodo di riferimento (5-11 dicembre 2012), l’intero comparto europeo e quindi anche l’area mediterranea sono state interessate da una massa d’aria polare marittima, per effetto di una circolazione in quota caratterizzata ancora da valori dell’indice zonale piuttosto bassi, con persistenza in territorio negativo tanto dell’indice AO quanto di quello NAO.

Ne è risultata una circolazione media dominata da due centri d’azione: un robusto promontorio in area atlantica, esteso dalle latitudini tropicali all’Islanda e una vasta depressione centrata sul Mar Baltico.

Ad una prima fase caratterizzata da un flusso nord-occidentale ad elevato gradiente con passaggio di più impulsi freddi, sul mediterraneo centrale e quindi anche sull’Italia, è seguita una circolazione con componente meridiana ancora più elevata, correnti che hanno pilotato una depressione polare attraverso l’Europa centrale fin sul nostro territorio. A tale depressione ed al suo contributo di aria artica marittima, si devono attribuire le nevicate da deboli a moderate osservate nel periodo.

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Clima di medio termine, scatta il lancio della monetina

Una disdetta, ci eravamo illusi che il clima di medio termine, che so, una stagione o magari qualche anno, fossero qualcosa alla nostra portata. Del…

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