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Categoria: Climatologia

Ghiaccio o news alla deriva?

[photopress:Antarctica.jpg,full,pp_image] Nell’immagine qui di fianco è rappresentato il trend della temperatura sull’Antartide negli ultimi decenni. Ebbene sì, come abbiamo ricordato anche recentemente c’è una parte considerevole del mondo che, in barba alle continue esortazioni, sta subendo un consistente raffreddamento. Nella stessa immagine è evidente come tuttavia, il settore più occidentale di quest’area così grande, stia invece attraversando un lungo periodo di aumento delle temperature. Si chiama Penisola Antartica, ovvero il prolungamento del continente verso l’America Latina.

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Preferisco il blu

“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario.”

George Orwell (1903-1950)

[photopress:blu.JPG,thumb,pp_image] Alcuni mesi fa ho già affrontato il tema del consenso, cercando di entrare nel merito delle dinamiche del lavoro di collezione e diffusione delle informazioni svolto dall’IPCC, specialmente nel corso degli ultimi anni. Sembrava quasi che si potesse invertire la tendenza, che i toni del dibattito mediatico sul riscaldamento globale potessero cambiare di segno, consentendo di sostenere le proprie opinioni a parità di condizioni, anche a quella parte del mondo scientifico che la pensa in modo diverso.

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Houston we have a problem…

[photopress:apollo_13_800_1_.jpg,thumb,pp_image]…E come noi lo hanno tutti queli che si interessano al clima. Il Global Warming si è fermato, la temperatura media del pianeta ha smesso di crescere da quasi dieci anni. Certamente il trend non si è invertito, nè esistono segnali di raffreddamento, per cui siamo ancora largamente al di sopra delle medie del secolo scorso che vengono normalmente prese a riferimento.

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Gennaio 2008: chi ne parla?

E’ di pochi giorni fa la pubblicazione dei rilevamenti satellitari delle temperature della bassa troposfera del mese di gennaio 2008. Dati raccolti e pubblicati dall’Università dell’Alabama, che hanno da poco ricevuto una prima convalida da parte del NOAA. Fatti salvi eventuali futuri aggiornamenti sulla bontà di queste informazioni, possiamo procedere a mettere in luce alcuni interessanti aspetti del dato relativo al gennaio appena trascorso.

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The Smoking Gun

[photopress:smoking_gun.jpg,thumb,pp_image]Alcuni giorni fa ho scoperto che la definizione “Global Warming” è stata inserita in uno dei più famosi dizionari della lingua Italiana. Non so se compaia anche la voce “riscaldamento globale”, è più probabile che le due siano trattate separatamente, però il fatto che ci sia la prima la dice lunga su quanta suggestione possa indurre l’uso comune di termini importati, creati ad effetto e forse anche dal significato non del tutto noto. Se dovessimo fare un sondaggio (perchè no, oggi sono di gran moda), scopriremmo che tutti sanno cos’è il Global Warming e che, tra questi, molti sono convinti che non sia necessario aggiungere il sostantivo “antropico” per chiarire che si parla di qualcosa di cui il genere umano dovrebbe essere ritenuto responsabile. Potere della comunicazione efficace.

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Stratospheric Sudden Warmings

Ero appena un ragazzo quando ho cominciato ad interessarmi alla meteorologia. Non ricordo molto di quei giorni, salvo il fatto che, da adolescente quale ero, il contesto del corso di cultura aeronautica in meteorologia mi sembrava alquanto strano. Una cosa ricordo bene: “Ragazzi”– disse la persona che ci accolse il primo giorno- “il tempo e la meteorologia sono tutti nella parte più bassa dell’atmosfera, che si chiama troposfera”. Ma è proprio così? Direi di no, dato che se già alla metà del secolo scorso, più di qualcuno aveva cominciato a capire che le cose in effetti stanno diversamente. Nel tempo, molti processi chimici e fisici che riguardano la stratosfera sono stati riconosciuti come determinanti per lo strato sottostante e, quindi, per il tempo atmosferico e per il clima.

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2100 Fuga da New York…

[photopress:fuganewyork.jpg,thumb,pp_image] …O da Venezia, Amsterdam, New Orleans, Roma, insomma prepariamoci a scappare. Andiamo tutti a Cortina, è chic ed è anche parecchio alta sul livello del mare, non correremo il rischio di essere travolti dalle onde. Niente neve però, solo sterminati campi di margherite perchè ci farà davvero caldo. Da ciò deduciamo che non possiamo partire quest’anno perchè a Cortina ci sono 120 cm di neve ed i teneri fiorellini fanno fatica a sbocciare.

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Happy New Year folks!

[photopress:buonanno.jpg,thumb,pp_image]All’inizio del mese di giugno abbiamo cominciato l’avventura di Climate Monitor a carte scoperte. Le nostre intenzioni erano e sono quelle di seguire ed analizzare gli atteggiamenti del mondo dell’informazione sulla materia che ci appassiona e questo abbiamo cercato di fare. Ma forse anche noi, come la maggior parte di coloro che si occupano di questi argomenti, troppo presi dall’acceso dibattitto sugli anni a venire, abbiamo perso un pò di vista il breve e medio periodo. E allora, almeno in questo primo giorno dell’anno, ci sembra doveroso far omaggio a tutti quelli che ci hanno seguiti fin qui con tanta passione, di un pò di sana discussione meteorologica. Sorpresa, stiamo avendo un clima normale. Di più, non sta facendo più caldo dell’anno scorso (a dir la verità sarebbe difficile, ma in fondo ci avevamo creduto quasi tutti che sarebbe potuto accadere) . Sarà forse una conseguenza del fatto che dal 2001 le temperature medie globali sembra abbiano smesso di aumentare?

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Contrordine comp……no, meglio di no.

[photopress:Ci_risiamo.gif,thumb,pp_image]Questa volta ha esagerato, dobbiamo ammetterlo. Il volo pindarico che accomuna l’urgenza di agire nella causa comune della lotta al riscaldamento globale ad una nuova forma di antifascismo non è piaciuto proprio a nessuno, della serie scherza coi fanti e lascia stare i santi. E sì che il momento era propizio. Ritirare il Premio Nobel e sventolarlo dal palco della conferenza di Bali, un’occasione da non perdere. Che appunto il guru dell’ambientalismo ha perso, nello stile che la vignetta con cui inizia questo post gli riconosce impietosamente.

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Bali: il futuro del clima, fra illusioni e promesse

[photopress:cop13_15_6_750_357.jpg,thumb,pp_image]Sulla recente conferenza di Bali sono state scritte molte cose e molte altre se ne scriveranno in futuro. Oggi cambiamo un pò le regole e vi proponiamo un’intervista a Guido Guidi che un’amica di Climate Monitor ha pubblicato sul portale d’informazione Chronica.

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Il feedback alla Rifkin

[photopress:cuoco.jpg,thumb,pp_image]Le festività natalizie si avvicinano, Climate Monitor ha deciso di proporvi una nuova ricetta per far fronte al riscaldamento globale, “Il Feedback alla Rifkin“. Non è difficile, basta passare da una dipendenza totale dai combustibili fossili ad una altrettanto totale dall’idrogeno e da un potenziale affetto serra in aumento ad un effetto bagno turco garantito. Prendete il vapore acqueo, l’ingrediente principale del sistema clima, aumentatene a dismisura la concentrazione e lasciate cuocere per qualche anno. Il risultato è assicurato, anche se conoscerne in anticipo il sapore è praticamente impossibile. Perchè proprio il vapore acqueo? Perchè il processo di estrazione dell’energia dall’idrogeno produce appunto H2O allo stato gassoso, e questo perdonate l’ironia, ai fini dell’equilibrio del clima fa dell’idrogeno un vettore energetico “pulito” soltanto perchè non manda cattivo odore. Vediamo perchè.

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L’importante è che non si sappia in giro

[photopress:nobel_medal.jpg,thumb,pp_image]Ho appreso questa notizia per caso, cercando tutt’altro nella foresta del web. La polemica sull’assegnazione del Nobel per la Pace non si placa, ma a quanto pare questo non è argomento su cui dovremmo essere informati. Mentre fervono i preparativi per l’ennesimo evento clima-mediatico dell’anno, la conferenza ONU sui cambiamenti climatici che si terrà a Bali a dicembre, proviamo ad informarci da soli. E’ accaduto in passato che dei Premi Nobel fossero rifiutati per umiltà, ma mai era accaduto che ciò avvenisse per generale (e non generico) dissenso con la deriva ideologica di cui sono ormai protagonisti gli assegnatari del premio.

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Schizofrenia parte I

[photopress:Solar_Array.jpg,thumb,alignleft]Osservare attentamente il mondo dell’informazione sui temi climatici e ambientali rientra negli obiettivi di questo blog. Esempi di cronaca che forniscono spunti per riflessioni sul clima che cambia ne trovate molti in queste pagine, per citarne uno tra gli ultimi pubblicati, potete leggere questo. Recentemente sono apparsi un paio di articoli, rispettivamente su Telegraph e The Associated Press che mettono in luce una schizofrenia dilagante sia in tema di informazione, sia in tema decisionale. Oggi prenderemo in esame l’articolo del Telegraph.

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Il ponte per le rinnovabili

Non è una festività, dobbiamo aspettare ancora una quindicina di giorni prima di arrivare al primo ponte della stagione. Invece di una strategia che ci traghetti verso un impiego conveniente delle energie rinnovabili ne avremmo avuto bisogno da un pezzo. Ed il traguardo è tutt’altro che prossimo. Dovranno essere risolte molte problematiche di costi di produzione, di eco-sostenibilità, di efficienza e di affidabilità, prima che si possa guardare alla sostituzione dei combustibili fossili con un po’ di ottimismo. In questo percorso però non si potrà  fare a meno di essere realisti ed ammettere che, purtroppo, allo stato dell’arte, l’unica tecnologia che può assecondare la fame di energia del genere umano è l’energia nucleare.

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Il rischio meteorologico nel Friuli Venezia Giulia

[photopress:image.php.jpeg,thumb,alignleft]Siamo lieti di annunciare l’imminente convegno organizzato dall’UMFVG, sul tema “Il rischio meteorologico nel Friuli Venezia Giulia”. Prenderà parte al convegno anche Guido Guidi, con…

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