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Autore: Sancho Senza Panza

Fermi tutti, c’è un mondo dal salvare…Ma non lo fate sapere ai suoi abitanti.

Sarai mondo se monderai lo mondo” ammoniva un fantastico Enrico Maria Salerno nell’incontrare gli sventurati dell’Armata Brancaleone. All’epoca, in parodia ma non troppo, si trattava di andare alle crociate, oggi magari è diverso, ma la missione salvifica continua e sa adeguarsi all’esigenza. Il mondo va salvato, non c’è dubbio. Circa i suoi abitanti se ne può parlare, ma i margini sono alquanto ristretti.

 

Mi capita tra le mani questo post di Roger Pielke jr. Il titolo è emblematico: “Ridurre i gas serra o aumentare l’accessibilità all’energia?“. Un bel problema, specie perché interessa qualche miliardo di persone. Da questa analisi che Pielke riprende sul suo blog, si evince che concentrare le risorse messe a disposizione dall’OPIC (principale istituzione finanziaria americana per lo sviluppo estero) per aumentare l’accessibilità all’energia puntando sulle sole fonti rinnovabili (allo stato dell’arte) garantisce accessibilità energetica a 70 milioni di persone in meno di quante ne potrebbero invece beneficiare si ci si concentrasse esclusivamente sulle fonti fossili. In mezzo, naturalmente, varie gradazioni di mix energetico e beneficiati. Il grafico è qui sotto.

 

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Talebani e climate change

Appena qualche giorno fa all’International Donors Conference per l’Afghanistan sono stati stanziati 16 miliardi di dollari fino al 2015. Questo e molto altro l’impegno della comunità internazionale per la popolazione afgana. La notizia è significativa perché testimonia la continuità di un impegno che dura ormai da anni.

Facendo ricorso alla solita googolata non sono riuscito a trovar traccia di questa notizia sui nostri media, forse qualcuno dei lettori saprà far meglio. Curiosamente però, appena qualche giorno fa, la Repubblica riportava una notizia al cui confronto quanto appena detto finisce decisamente in secondo piano.

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Afghanistan: dall’Onu 6 mln per combattere il Climate Change, 11:02

Il Programma ambientale delle Nazioni Unite e il governo afghano hanno lanciato la prima iniziativa nella storia del paese nella lotta contro il cambiamento climatico

(Rinnovabili.it) – L’Afghanistan è uno dei paesi più vulnerabili a livello mondiale per ciò che concerne gli effetti degli impatti dei cambiamenti climatici. Per dare una mano alla nazione e alla lotta che già oggi il territorio afghano si trova a dover intraprendere, le Nazioni Unite hanno deciso di collaborare con il governo per dar vita ad un’iniziativa da 6 milioni di dollari. Il progetto si propone di operare nelle comunità più vulnerabili ‘puntellando’ la capacità delle istituzioni afgane d’affrontare autonomamente i rischi provocati dai cambiamenti del clima. Un’azione necessaria se si considera come si tratti d’un Paese dove le catastrofi e gli eventi meteo estremi – tra cui siccità, tempeste di sabbia, e rigidi inverni – hanno influenzato oltre 6,7 milioni di persone dal 1998. Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) collaborerà direttamente con l’Agenzia Nazionale per la protezione dell’ambiente (NEPA) sfruttando i finanziamenti provenienti dal Fondo mondiale per l’ambiente (Global Environmental Facility, GEF) è il meccanismo di finanziamento delle principali convenzioni nel settore ambientale, approvate in occasione del Vertice di Rio. Gli interventi dell’iniziativa si concentreranno sulla gestione delle acque e dei bacini idrografici, sul miglioramento dei sistemi agro-forestali e pastorali, accanto ad una componente di formazione e sensibilizzazione. “Il governo dell’Afghanistan sta mostrando un notevole impegno a lavorare con le comunità per un approccio orizzontale che affronti i cambiamenti climatici nel paese”, ha commentato il Coordinatore delle Nazioni Unite in Afghanistan,Michael Keating, in occasione del lancio dell’iniziativa, che si è tenuto a Bamiyan, 200 km a ovest della capitale, Kabul. “Accogliamo con favore anche la possibilità di aiutare le istituzioni afgane ad affrontare meglio gli shock e i pericoli ambientali, e ad aumentare la resilienza”.

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Per cui, nell’ordine, registriamo che:

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I cavalieri dell’apocalisse

Sono a mio agio. Una volta tanto, con buona pace dei nostri detrattori, si parla di una cosa di cui ho piena cognizione di causa. Assistenza meteorologica alla navigazione aerea e sicurezza del volo. Prima di passare a un’altra pagina web, è bene comunque che sappiate che l’argomento è un pretesto.

La pratica, per nulla ortodossa, si rende necessaria perché qualcun altro, altrove, ha fatto la stessa cosa. Proprio su questo argomento.

E’ a tutti gli effetti uno degli ultimi cavalieri dell’apocalisse, naturalmente mancata. Ma questo sembra non importargli più di tanto, così orgoglioso come dev’essere stato del suo ‘volo’ pindarico.

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