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Autore: Guido Guidi

Alisei più forti, non, più deboli, no, vabbè, climate change

L’inatteso (?) arresto del riscaldamento globale sta davvero provocando parecchi grattacapi. Arrivano praticamente ogni giorno suggerimenti sulle origini dello strano comportamento di un clima che non segue più le indicazioni del mainstream scientifico. Su WUWT c’è un piccolo elenco: Aerosol vulcanici in eccesso, dinamiche dell’ENSO, calore rintanato nelle profondità oceaniche, raffreddamento degli oceani, scarsa attività solare, misurazioni della temperatura sbagliate in area artica e, per finire, la ola dello stadio. Qualche giorno fa ne è arrivata un’altra, l’aumento dell’intensità degli alisei.

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Inghilterra sott’acqua, analisi in chiave climatica alquanto annacquata

Appena ieri abbiamo commentato l’abbondante piovosità patita recentemente dal nostro territorio. Una situazione difficile ma assolutamente non paragonabile al flagello di vento e piogge alluvionali che ha caratterizzato i mesi di dicembre e gennaio per le Isole Britanniche (qui la BBC sull’ultimo warning emesso appena ieri l’altro). Così, lo UK Met Office ha prodotto un documento nel quale viene contestualizzato il problema, sia in chiave meteorologica, ossia fornendo le spiegazioni per il tipo di circolazione che generato il problema, sia, ca va sans dire, in chiave cambiamenti climatici.

 

The Recent Storms and Floods in the UK

 

Il primo approccio è davvero interessante, perché chiarisce anche ai non addetti ai lavori che l’insolita – ma non senza precedenti – frequenza di occorrenza di tempeste atlantiche degli ultimi due mesi ha avuto origine in parte ai tropici e in parte in alta atmosfera.

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Potere della desertificazione, è resuscitato il Trasimeno

Semplicemente no comment e occhio alle date. Buona lettura.

gg

 

Il lago Trasimeno diventerà una palude – 06/12/2008

Alle elementari, l’abbiamo tutti studiato. Il Trasimeno è il lago più grande del Centro Italia, il quarto in assoluto. Per ricordarcelo ci hanno ripetuto che è  grande poco meno del lago di Como. Quello che non ci hanno detto è che, nel tempo questo lago, dichiarato parco naturale, sta scomparendo. Oggi è già una specie di nano: più basso di 1 metro e 60 centimetri, al punto che si può andare a piedi a quella che, una volta, era l’isola Polvese. Stando agli ultimi calcoli, fra  ventincinque anni, nel 2032, il lago potrebbe essere morto, definitivamente inquinato, traformato in palude o, peggio, prosciugato. Il lago di Perugia è un malato cronico grave. Per cercare di salvare il Trasimeno i governi che si sono succeduti, soprattutto gli ultimi due, hanno investito oltre cento milioni di euro. Il tutto senza che mai fosse presentato un progetto di salvataggio o un piano d’azione circostanziato per gli interventi. Conclusione: il lago si sta prosciugando.

 

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L’isola che non c’era

di Guido Guidi

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Beh, per la verità c’èe sempre stata, anche se qualcuno ha fatto finta di non vederla. Si tratta dell’Isola di Calore Urbano, tecnicamente nota come UHI e, più volgarmente, nota a tutti come quella cosa che quando d’estate fa molto caldo fa in modo che in città invece ne faccia moltissimo. Non che sia un fenomeno solo estivo, s’intende, asfalto e cemento si scaldano più del suolo nudo sempre, così come il rimescolamento dell’aria generato dal vento  fa comunque fatica a entrare più di qualche centinaio di metri nella cinta urbana.

 

E così, è probabile che se un determinato punto di rilevamento della temperatura si trova in un’area urbana, o che magari lo è diventata nel corso degli anni, il trend di lungo periodo ne possa risentire. Per evitare che questo avvenga, anche in considerazione del fatto che la grande maggioranza dei punti di osservazione sono dentro o prossimi ad aree urbane, esistono delle procedure di omogeneizzazione dei dati, in pratica degli aggiustamenti.

 

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Fuochi di paglia in stratosfera

Appena una settimana fa abbiamo fatto un giro in stratosfera visualizzando le animazioni dell’evoluzione prevista (allora) per il piano isobarico di 10hPa, sia in termini di geopotenziale che di temperature.

 

Oggi, ad otto giorni di distanza, possiamo dire che il modello stratosferico aveva inquadrato bene le dinamiche del breve periodo, ma l’evoluzione sembra proprio non essere quella sperata da quanti tifano per il freddo e per la neve. Il processo di riscaldamento della stratosfera polare con separazione del vortice polare stratosferico (VPS) in due lobi distinti non si completerà ma inizierà a regredire di qui a qualche giorno.

 

Non ci sarà quindi l’inversione della circolazione che in caso di uno split completo su tutti i piani stratosferici avrebbe potuto trascinare il lobo siberiano verso l’Europa centrale trasferendo vorticità nella troposfera (Major Warming), e innescare una discesa di aria polare continentale verso le medie latitudini. Il segnale di interruzione del processo viene dalle velocità zonali e dai flussi di calore, le prime in discesa ma non più di tanto, e i secondi che non convergono verso la sede polare.

 

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Che succede se qualcuno cambia idea?

Già, cosa succederebbe se dovessimo scoprire che il clima è molto meno sensibile alle ‘spallate’ dell’azione antropica e se questa convinzione dovesse far presa sul mainstream? Domanda del secolo, probabilmente, ma non così peregrina.

 

Mettiamola in questo modo. Negli ultimi anni si sta assistendo all’implementazione o, molto più frequentemente alla progettazione, di massicce politiche di mitigazione del riscaldamento globale. Il tutto assumendo, probabilmente erroneamente o quanto meno perché in possesso di informazioni parziali, che questo sia stato interamente di origine antropica. Nessuna di queste politiche ha avuto successo in termini di riduzione delle emissioni a livello globale. Alcuni, pochissimi, le hanno appena scalfite, altri, quasi tutti, le hanno aumentate. Nonostante questo, con grande perplessità da parte del mondo scientifico, che ha evidentemente riposto un po’ troppa fiducia nelle simulazioni e proiezioni climatiche, le temperature hanno smesso di crescere.  Di conseguenza, sebbene con fatica, è nato un dibattito piuttosto acceso circa le origini di questo sia pur temporaneo possibile ridimensionamento del problema.

 

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L’AGW fa camminare i treni

Domanda: c’è più energia nel riscaldamento globale antropogenico o nelle fesserie che si raccontano per sostenerlo? Quando sono veramente troppo grosse, delle seconde si dice che facciano camminare i treni, per cui l’analogia con l’energia disponibile regge bene.

 

Piccolo esercizio, leggete il paragrafo qui sotto cronometrando il tempo che impiegate (viene da qui):

 

…il nostro pianeta sta attualmente accumulando calore al ritmo incredibile di circa tre bombe atomiche di Hiroshima al secondo…. i dati per le temperature vanno su e giù, anno dopo anno, con il risultato che è possibile trovare sempre dei brevi periodi parte di una tendenza al riscaldamento a lungo termine in cui si notano brevi periodi di diminuzione delle temperature. Nel frattempo, il pianeta continua ad accumulare calore: equivalente a circa 250 bombe atomiche di Hiroshima dal momento in cui avete cominciato a leggere questo articolo.

 

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