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Autore: Guido Guidi

Protocolli, emissioni e crisi, se vi piace così…

Alcuni anni fa, quando la fase attuativa del protocollo di Kyoto doveva ancora iniziare e della crisi economica si vedevano solo le avvisaglie, all’interno del movimento salva-pianeta girava voce che si sarebbe presto presentata l’occasione per dare una bella sfoltita alle emissioni di gas serra. La crisi, si diceva, ci aiuterà a capire che si può fare, che gli obbiettivi che il Protocollo di Kyoto imponeva al nostro Paese per il quadriennio 2008-2012 erano realizzabili.

Per una volta, l’unica che io sappia, una previsione di quanti prospettano la fine del mondo per disfacimento climatico è andata vicino alla realtà. Qualche giorno fa l’ISPRA, ente che si occupa tra le altre cose di tenere il conto delle emissioni del sistema paese, ha pubblicato i ‘conti’ con cui ci presenteremo dinanzi al sistema europeo di scambio delle quote di emissione (fonte AGI).
 
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Quando l’ozono viene dall’alto

Nell’immaginario collettivo l’ozono è quasi semrpe associato all’omonimo buco, ossia a quella zona della stratosfera polare meridionale dove lo strato di ozono che scherma la radiazione ultravioletta su tutto il pianeta si assottiglia fin quasi a scomparire del tutto durante l’inverno. Ne consegue che l’ozono è più o meno per tutti un gas ‘buono’.

L’ozono è però un gas altamente nocivo ma, per nostra fortuna, negli strati più bassi dell’atmosfera, in particolare in quello a contatto con la superficie è quasi sempre in concentrazioni molto basse. L’ozono è però anche prodotto da reazioni chimiche di chiara origine antropica per cui nella bassa atmosfera è di fatto una sostanza inquinante soggetta a monitoraggio e regolamentazione.

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Chi l’avrebbe detto…forse c’è il Sole nel clima!

E’ un argomento sul quale bene o male si ritorna periodicamente. Le proiezioni climatiche, salvo un timido cambiamento di opinione del mainstream scientifico dell’ultimo periodo, sono costruite assegnando al sole un ruolo assolutamente secondario nelle dinamiche delle temperature medie superficiali globali. Nel novero delle forzanti che agirebbero nel lungo periodo il sole è considerato una costante, laddove la variazione della radiazione solare totale (TSI), varia in effetti molto poco al susseguirsi dei cicli solari.

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El Niño indiano

Nella lingua hindi bambinello si traduce così: छोटे बच्चे; questa invece è la fonetica: Chōṭē baccē. L’hindi è, insieme all’inglese, la lingua ufficiale scelta dal governo indiano, sebbene siano state rilevate più di 30 lingue diverse e circa 2.000 dialetti. A queste lingue e dialetti andrebbero aggiunte quelle dell’Indonesia e dell’Africa orientale per avere un’idea di come si potrebbe definire un evento climatico piuttosto simile a El Niño che ha però luogo nell’Oceano Indiano. La scienza ha risolto alla sua maniera chiamandolo Indian Ocean Dipole, cioè dipolo dell’Oceano Indiano.

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