[blockquote cite=”Abba Eban”]
Consenso significa che tutti sono d’accordo a dire insieme ció che nessuno crede individualmente.
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Si dice che gli scienziati che hanno contribuito al 4° report IPCC fossero circa 2500. Tra questi qualcuno che ha ritirato il suo supporto, qualcuno che ha restituito il nobel e molti che hanno confermato le loro convinzioni. Come possa un economista dirsi convinto delle origini antropiche del riscaldamento globale o come possa esserlo uno studioso di demografia o come possano esserlo tutti quelli – e tra quei 2500 ce ne sono davvero tanti – che non masticano la scienza del clima, resta comunque un mistero.
Perché la materia climatica consta di decine di diversi settori di applicazione ed è veramente molto vasta. C’è il paleoclima, che coinvolge le scienze della terra, la chimica, l’astronomia, la biologia, la storia e la letteratura. C’è l’attualità, che si esplica nelle tecniche di osservazione, nella gestione dei dati e nella loro validazione. C’è il futuro, che comporta la conoscenza dei cicli naturali e degli eventi non ciclici ma ripetitivi e della necessità di inserirli nella modellistica. Ci vorrebbero intere schiere di cloni di Pico della Mirandola per poter parlare di consenso informato, altrimenti si rischia di avere davvero un gran numero di “esperti” che si limitano a credere ciò che gli altri credono. Magari li abbiamo, vai a capire.