Il 15 febbraio è stata l’annuale giornata dedicata alla manifestazione “M’illumino di meno”, il 16 febbraio è stato l’ottavo anniversario dell’entrata in vigore del “Protocollo di Kyoto”. Dovevano essere due giorni di grande festa per gli ecologisti visto che, secondo il “Dossier Kyoto 2013” della “Fondazione per lo sviluppo sostenibile”, l’Italia ha più che centrato il target nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra fissato al 6,5% arrivando a una riduzione del 7%.
Grazie agli incentivi alle fonti rinnovabili, alla delocalizzazione di produzioni inquinanti e soprattutto alla crisi economica quanto richiesto dagli ambientalisti di Kyoto è stato fatto, le emissioni italiane di anidride carbonica si sono ridotte come richiesto dall’Europa (mentre quelle a livello globale sono aumentate).
Si sarà invece notato che i due eventi hanno avuto un risalto molto minore rispetto agli scorsi anni. Dell’aver centrato quanto richiesto nessun politico sembra volere il merito, né il centro sinistra che con Prodi si definì “militante di Kyoto”, né il centro destra, né Monti che dovrebbe fregiarsi del merito di aver guidato l’Italia negli ultimi anni.