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Autore: Guido Guidi

Meglio del previsto, anzi no, peggio.

Uh ho, stai a vedere che ci toccherà dar ragione ai modelli di simulazione climatica. Oppure no, visti i risultati delle ultime simulazioni, sarà il movimento dei salva-pianeta a rigettarli, cosi potremo continuare a stare comodamente sulle barricate, benché per ragioni opposte rispetto ad oggi.

Ecco qua, è uscito un nuovo articolo sul GRL:

Improved constraints on 21st-century warming derived using 160 years of temperature observations – Gillet et al., 2012

Vediamo di cosa si tratta.

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Seven Spin Off – Gennaio 2012 #2

Eccoci qua. Secondo appuntamento settimanale (quasi) con i temi di dinamiche atmosferiche.

Mercoledì scorso avevamo parlato di un fuoco fatuo con riferimento alla breve puntata in territorio negativo dell’indice di zonalità. A ben vedere è durato poco ma, ma è anche bastato poco. Gli indici AO e NAO hanno subito una lieve flessione, l’anticiclone atlantico è salito di latitudine e il flusso è divenuto meridiano, sebbene ancora con pattern anticiclonico, almeno per il mediterrano centro-occidentale.

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Il Doomsday Clock sarà svizzero? Non si direbbe!

Nel gennaio di due anni fa Teodoro Georgiadis scriveva un post per CM con questo titolo:

Il Delirio Prossimo venturo – CM 19/01/2010

Già allora, il qualunquismo e lo scollamento della realtà di chi si occupa di pubblicare l’ora segnata da Doomsday Clock, l’orologio del giorno del giudizio, suscitavano non poca incredulità.

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Tutta colpa di Charlie Chaplin

Non fosse mai entrato in quella fabbrica! Non avesse mai dato inizio ai ‘Tempi moderni’. Ci saremmo potuti godere una glaciazione come si deve, una drastica riduzione della popolazione mondiale e, soprattutto, dei ghiacciai finalmente in crescita.

Meno male che la realtà supera sempre l’immaginazione, perché alla fantasia dell’approccio CO2 dipendente non c’è davvero limite.

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Inossidabili profeti di sventura

Il mondo finisce più o meno tutti i giorni. Cioè, a voler dedicare un po’ di tempo alla ricerca, c’è una profezia di armageddon per ogni giorno dell’anno. E quando non si tratta di sciagure globali suppliscono quelle locali.

Alcune di queste sfruttano il tam tam mediatico, con conseguente ansia collettiva, dalla più classica ‘mille e non più mille’, alla più tecnologica ‘Y2K’, alla più esoterica 21 dicembre 2012. In mezzo un po’ di tremarella de noantri, il finto terremoto di Roma dell’aprile scorso.

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Temperature globali: News dal CNR

Abbiamo parlato tante volte di omogeneizzazione delle serie storiche e di rappresentatività dei dati. Dal comunicato stampa del CNR che riportiamo di seguito, alcune interessanti notizie in ordine ad un progetto di analisi dei vari metodi di trattamento dati volto a generare tecniche standardizzate e, soprattutto, un datset globale trasparente ed affidabile.

Buona lettura.

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Squali ibridi: Greenreport ci torna su.

I lettori ricorderanno che alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un post in merito alla scoperta di un elevato numero di squali ibridi nelle acque prospicenti l’Australia orientale. Una ibridazione, si leggeva su vari media, attribuibile alla necessità di adattarsi ad un ambiente reso più caldo dal riscadamento globale.

Uno squalo in un bicchier d’acqua – CM 7 gennaio 2012

Avendo constatato che il comunicato ufficiale dell’università del Queensland non faceva alcun riferimento né al GW né ai cambiamenti climatici e dopo aver letto una smentita ufficiale di una ricercatrice che ha partecipato al programma di studio, abbiamo chiesto a corriere.it e greenreport.it se non fosse il caso di rettificare la notizia.

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Outlook – Bollettino dell’8 gennaio 2012

Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi

08/01/2012

La situazione stratosferica nei piani compresi tra 1 e 5 hPa, ed in parte fino alla quota barica di 10hPa, vede un graduale seppur non incisivo ricompattamento del VPS, dovuto all’attenuazione dei flussi di calore che hanno dato avvio al primo minor warming stagionale. Il riscaldamento stratosferico ultimatosi nella precedente settimana, riconducibile in parte allo stazionamento dell’onda convettiva equatoriale rilevabile dalla MJO (Madden Julian Oscillation) nelle fasi 3 e 4, va muovendosi verso est inibendo la convezione nella zona dell’oceano Indiano per trasferirla nella zona del Pacifico centrale.

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Come cambia il vento

Ah, i capricci del clima! E questo vento poi, che continua a cambiare direzione facendo sventolare le opinioni di qua e di là. Non so se ci sia più realismo, qualunquismo o cinismo nelle dichiarazioni rilasciate dalla Segretaria di Stato all’Ambiente del governo inglese. C’è però sicuramente voglia di cambiare direzione rispetto al passato.

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Uno squalo in un bicchier d’acqua

E’ stata una delle notizie più gettonate di questi primi giorni dell’anno. Un team di ricercatori ha ‘scoperto’ un discreto numero di squali ibridi nelle acque della costa orientale dell’Australia. Si tratta di una specie risultante dall’accoppiamento tra esemplari di squalo pinna nera comune con un ‘parente stretto’ ma di più piccole dimensioni tipico di quella zona. Sembra che questi esemplari siano più robusti degli squali australiani, e inoltre avrebbero sviluppato la capacità di adattarsi ad acque più calde, ampliando così l’areale della specie.

La fonte principale della notizia è stata l’AFP, un’agenzia di stampa mondiale che fornito il materiale praticamente a tutti i media del mondo. A seguire sono arrivati il Business Insider e, naturalmente, anche alcuni media nostrani: il Corriere, Ecologiae.com e Greenreport.

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Vince Clouseau, meglio tardi che mai

Ok, la Cop17 di Durban è ormai archiviata. Con il Canada che si è sfilato a soli due giorni dalla chiusura e l’India che ha firmato un documento che non intende onorare, abbiamo almeno sei mesi di tempo per respirare. Sei mesi prima che nell’imminenza della prossima adunata dei salva-pianeta, si debba necessariamente evitare ogni riferimento ad argomenti scomodi. Uno tra tutti, il climategate.

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A proposito d mele e pere

Ieri abbiamo pubblicato un breve post in tema di rinnovabili, o meglio, sui problemi delle rinnovabili. La bacchettata non si è fatta attendere. “Sono problemi normali nell’evoluzione dei sistemi complessi, questo è il prezzo del progresso”. Come non essere d’accordo?

Semplice, perché normalmente l’informazione su questi temi, che si tratti di media, di divulgazione scientifica o di comunicazione istituzionale è fatta ignorando questi problemi e, ancora peggio, attribuendo alle fonti rinnovabili virtù che non hanno.

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La realtà non è in un software, è nell’aria.

Questa storia la ripendiamo pari pari da WUWT e da World Climate Report. A dire il vero la seguiamo già da quasi tre anni, da quando cioè è stato pubblicato su Nature il lavoro di Steig et al. con cui si ‘ribaltava’ la storia. L’Antartide si scalda, né più né meno come il resto del Pianeta.

Dati scarsi, contraddittori e farraginosi, ma opportunamente riordinati e decifrati. Risultato, una suggestiva copertina della rivista scientifica più accreditata e un tam tam mediatico che ha dato origine ad un mantra che da allora nessuno è stato in grado di scalfire.

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Seven Spin Off – Gennaio 2012 – #1

Abbiamo iniziato due anni fa con l’Outlook. Obbiettivo: guardare dove i modelli meteorologici non arrivano, cioè fino e oltre i trenta giorni. In troposfera? No, più su, al piano di sopra.

Da oggi, dalla prima settimana del 2012, scendiamo di un piano, lo strato di cui una volta si diceva che avesse l’esclusiva degli eventi atmosferici. Faremo insieme una discussione settimanale sullo stato della troposfera. Sulla sua evoluzione e sulle sue dinamiche.

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