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Autore: Guido Guidi

Pablo, Pedro e Elizabeth Moon

La BBC le chiama idee da 60 secondi, brevi contributi di questo o quel libero pensatore. Spesso – sono loro stessi a dirlo – alzate d’ingegno alquanto radicali e controverse, non importa quanto improbabili.

Recentemente è stato il turno di Elizabeth Moon, scrittrice di fantascienza e fantasy. Ammetto di apprendere ora della sua esistenza. Ammetto anche di non sentire la differenza.

La sua idea da 60 secondi è la seguente: mettere un bel chip, se credete un codice a barre, ad ogni nuovo individuo che si affaccia sulla Terra. Potete anche non chimarvi Fido se credete. Ma volete mettere che figata essere tutti ordinatamente catalogati e identificati? Niente anonimato, niente scambio o peggio furto di identità. E in guerra poi? Armi con un dispositivo di riconoscimento dei combattenti dai civili. Niente più errori, solo codici a barre.

Pare che circoli liberamente la nostra Elizabeth, e senza chip. Infatti ha recentemente pontificato anche sul Riscaldamento Globale.

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Rinascimento Nucleare – Parte seconda

Con un certo ritardo (circa un mese), dovuto ad un viaggio negli USA ed a motivi di lavoro, mi accingo a rispondere alle critiche mosse dall’utente Paolo B. nel suo commento all’articolo. Critiche che meritano rispetto, ed alle quali bisogna quindi rispondere, al fine di sgombrare il campo da ogni malinteso. Andiamo dunque punto per punto.

Prima di procedere, riproponiamo di seguito il commento di Paolo B.

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Paolo B. 23 aprile 2012

Qualsiasi crociata pro nucleare si scontra con l’insicurezza intrinseca di una centrale nucleare. Puoi metterci tutta la tecnologia che vuoi per garantirne la sicurezza, ma fondamentalmente produrre energia elettrica dalla fissione è intrinsecamente pericoloso. Resta poi il problema insormontabile delle scorie nucleari, non trattabili ed ineliminabili, a meno di non trasformare il pianeta in un globale cimitero di scorie, senza alcuna garanzia di tenuta ‘eterna’ a prova di fughe radioattive. Per non parlare degli enormi e crescenti costi di costruzione di una centrale, di demolizione di quelle obsolete e dello smaltimento delle scorie. Oltre che dell’esauribilità dell’uranio la cui produzione ha già piccato (o magari pensi al torio?), tanto è vero che yankee e Francesi ricorrono da tempo alle testate nucleari dismesse. Ne discende che la fissione non avrebbe mai dovuto essere impiegata, né ovviamente per scopi bellici, né per scopi pacifici. Nessuna produzione di energia dovrebbe comportare rischi per l’ambiente, ma tant’è. La fusione invece è ben lontana nel tempo dal diventare la cosiddetta energia inesauribile, considerando anche che serve solo a produrre energia elettrica e che non sostituirebbe affatto la grande versatilità del petrolio. Guido, non mi aspettavo che fossi filonuclearista. Peccato…

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Mirror posting da Chicago Blogs: Pannello giallo la trionferà

Questo post è uscito in originale su Chicago Blog a firma di Carlo Stagnaro.

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Non contenti dei generosi sussidi ricevuti finora, i produttori europei di pannelli fotovoltaici puntano tutto riesumando dalla storia del pensiero economico il cadavere più putrefatto: quello del protezionismo.

Un informato articolo di Quotidiano energia parla di una sorta di “partito anticinese” che si starebbe organizzando in Europa. Un gruppo di aziende produttrici di pannelli, guidate dalla tedesca SolarWorld, starebbe promuovendo una petizione alla Commissione europea per ottenere l’introduzione di tariffe “antidumping”, sulla scia dell’analogo provvedimento adottato da Barack Obama negli Stati Uniti (che hanno aumentato i dazi dal 5 per cento a una quota variabile tra il 31,2 e il 250 per cento).

La Commissione, come sempre, non ha una posizione e preferisce, lasciando trapelare voci semiufficiali, dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Secondo Qe,

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“Difenderemo la produzione europea da distorsioni come i sussidi o il dumping”, ha garantito il portavoce della Commissione Ue al Commercio, John Clancy, mentre una bozza della comunicazione sulle fonti rinnovabili che Bruxelles presenterà prossimamente, resa nota da “EurActiv”, afferma che “dati i benefici derivanti dall’espansione del commercio globale, è importante che le misure che possono frenare il commercio siano evitate”.

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NASA e Global Warming, il rapporto epistolare continua

Nel marzo scorso abbiamo parlato della lettera che un certo numero di ex-collaboratori della NASA e del GISS ha scritto al direttore dell’agenzia lamentando l’eccesso di ‘supporto’ a ipotesi non corroborate da adeguato livello di conoscenza scientifica. In sostanza, hanno chiesto di smetterla di far proclami circa i futuri sconquassi che il riscaldamento globale e i presunti cambiamenti climatici da esso derivati dovrebbero generare.

In questi giorni si sta svolgendo a Chicago la settima conferenza dell’Heartland Institute sui cambiamenti Climatici. Non è un segreto che questo evento sia ormai diventato una annuale adunata degli scettici in ordine al dibattito sulle origini delle recenti evoluzioni del clima.

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In soccorso di molti, me compreso

Ieri abbiamo pubblicato il commento al nuovo lavoro di Nicola Scafetta. Un paper lungo e tecnico nel quale si propone una spiegazione fisica che trasformerebbe la correlazione tra i moti planetari e l’attività solare in una relazione causale. Sostanzialmente, essendo la causa ipotizzata molto piccola, è necessario un fattore di amplificazione. Scafetta lo identifica nella reazione nucleare interna al Sole che, attraverso la relazione tra massa e luminosità delle stelle con proprietà simili a quelle del Sole, modulerebbe appunto l’intensità della luminosità della nostra stella.

Ammetto platealmente di essere nel pantano più totale, come forse alcuni tra quelli che seguono le nostre pagine. Viene in nostro aiuto Tallbloke, con un post in cui si spiega sommariamente cosa si intende per stelle simili al Sole e per relazione tra massa e luminosità.

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Suv e temporali, il mondo è più caldo.

la prossima volta che un temporale estivo vi rovina la giornata di ferie, non prendetevela con Giove Pluvio, ma piuttosto con la vostra auto. E dopo il temporale, se invece di una serata più fresca l’afa vi accoppa, sarà proprio il caso di buttare via le chiavi del Suv e tornare a casa in bibicletta.

Queste, a spanne, le riflessioni di una domenica pomeriggio di maggio moderatamente afosa causa scirocco, con il Suv spento e senza ombra di temporali in giro. Riflessioni suscitate dalla lettura di un nuovo paper uscito sul GRL:

Potential aerosol indirect effects on atmospheric circulation and radiative forcing through deep convection – Fan et al., 2012.

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Amplificatori nucleari

Alt! Fermate tutti i commenti che già vi frullano per la testa, non si parla di energia, per una volta non ho voglia di litigare. Si parla di clima, ovvero della relazione Sole-Clima.

Da qualche anno a questa parte il nostro esperto di riferimento è Nicola Scafetta. Abbiamo pubblicato dei commenti praticamente a tutti i suoi articoli sull’argomento, prendendoci anche il lusso di ospitare direttamente la sua firma sulle nostre pagine.

L’ultimo articolo di cui abbiamo parlato è quello in cui si ipotizza una relazione tra le maree planetarie, il Sole appunto e le dinamiche climatiche – in termini di temperatura – sul nostro Pianeta. Una delle critiche più accese che è stata mossa al lavoro di Scafetta, è stata quella dell’assenza di un meccanismo fisico che spiegasse questa relazione, dal momento che il forcing indotto dalle maree planetarie sulla nostra stella, sarebbe troppo piccolo per giustificare le oscillazioni della sua attività.

Qualche giorno fa Nicola Scafetta mi ha mandato una copia del suo più recente lavoro:

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Bias e Tulipani

LA settimana scorsa abbiamo pubblicato un breve commento ad un articolo uscito nel numero di gennaio di Weather:

Cleaner air brings better views,more sunshine and warmer summer days in the Netherlands – Weather. Gennaio 2012. Vol 67 No 1

Qualche giorno prima sul blog di Judith Curry è uscito un post con il titolo “The Bias of Science”. Il primo periodo del post viene da un articolo di Dan Sarewitz uscito su Nature:

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Delle crepe allarmanti stanno iniziando a penetrre profondamente nell’edificio della scienza. Esse minacciano lo stato della scienza e la sua utilità per la società. E non possono essere attribuite ai soliti sospetti – finanziamenti inadeguati, comportamento scorretto, interferenzea politica e pubblico impreparato. La loro causa è il bias, e la minacciano che rappresentano va dritta al cuore della ricerca.

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Il tempo non è il clima ma ci scappa la scommessina

Tra pochi giorni si tornerà a parlare di Uragani, la stagione attiva per il bacino atlantico inizia infatti nominalmente il 1° giugno. Per tutti quelli che non campano di pane e meteo, si potrebbe anche fare a meno di parlarne, perché comunque sono affari che per fortuna non ci riguardano. Per tutti gli altri, e non sono pochi, sta salendo la febbre dell’outlook, cioè della previsione ufficiale della NOAA per la stagione 2012 il cui rilascio è atteso a giorni.

La Colorado University invece, sede del progetto Tropical Meteorology Project, ha emesso la sua previsione già il 4 aprile scorso. Secondo loro si tratterà di una stagione lievemente sotto media, sia per il numero di Mayor Hurricanes (3,4,5 della scala Suffir Simpson), sia per le probabilità che qualcun di queste arrivi ad interessare le coste USA, sia per il numero in totale degli eventi che saranno ‘nominati’, cioè che riceveranno la targa di Tempesta Tropicale o Uragano vero e proprio. Analogamente, la previsione del Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine (ECMWF), il cui prodotto è però squisitamente numerico e viene emesso e aggiornato tutto l’anno senza soluzione di continuità stagionale, va nella direzione di una stagione in media o lievemente sotto media (accessibile solo agli utenti).

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Un po’ di temperature

Ieri Meteoweb ha pubblicato una mappa del trend delle temperature medie superficiali globali per i mesi invernali degli ultimi dieci anni. Nel breve articolo che la accompagna è stata messa in risalto la prevalenza diaree soggette a trend negativo rispetto a quelle con tendenza positiva. In sostanza, così a spanne, sembrerebbe che da dieci anni a questa parte i mesi freddi siano diventati un po’ più freddi per una buona parte del Pianeta.

La mappa in questione è qui sotto. Per riprodurla basta andare sul sito del GISS e fare le opportune selezioni nel tool messo a disposizione.

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