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La tempesta solare del secolo, o forse no?

Alcuni giorni fa, il 2 gennaio per la precisione, sul disco solare ha fatto la sua ricomparsa (si ricomparsa perché era già comparsa alla precedente rivoluzione solare) la macchia solare 1944.

 

La 1944 è apparsa subito come una regione molto attiva con una estensione veramente notevole e una configurazione magnetica che faceva presupporre la possibilità di eruzioni solari e brillamenti (Coronal Mass Ejection (CME) e Flares, visto che l’inglese va di moda). Così in effetti è stato. Su molti media generalisti e su vari siti si è iniziato a leggere di possibili effetti devastanti derivanti dalla macchia 1944. Alcuni hanno prospettato Black Out generalizzati, aurore boreali visibili da Gerusalemme e cose simili. La 1944 ha dato origine infine ad un Flare di classe X, ma non certo eccezionale, così come non eccezionale è stato il CME ad esso associato. Questa eruzione solare è stata però “fronte terra”, cioè è avvenuta quando la regione in questione era orientata verso il nostro pianeta.

 

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Ciclo solare 24 : massimo non pervenuto

Sulle pagine di CM parlavamo dell’anomalia del ciclo solare 24 già nel 2009, quando in pochi se ne interessavano e ancor meno persone davano peso alla possibile influenza sul clima terreste della diminuzione dell’attività solare.

 

Tralasciando per il momento gli effetti sul clima terreste, oggi vorremmo fare il punto sulla situazione del ciclo solare 24.
Teoricamente, secondo le previsioni NOAA/NASA dovremmo trovarci nel massimo di attività del ciclo undecennale della nostra stella. Ma le cose non sono andate e non stanno andando come avevano previsto negli Stati Uniti.

 

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Ciclo 24 : niente di nuovo sotto il Sole

Cari amici e lettori di CM, dopo circa sei mesi torniamo ad aggiornarvi sulla situazione del Ciclo Solare 24, non per ignavia o per disaffezione alla materia ma perchè in questa fase del ciclo solare non si registrano eventi degni di un monitoraggio stretto.

Il sole prosegue il suo cammino in linea con le previsioni stilate circa 18 mesi fa dagli scienziati di NASA e NOAA, i quali dopo aver sovrastimato in maniera netta le potenzialità dell’attività solare in questo ciclo 24 hanno trovato un giusto equilibrio tra i diversi modelli sperimentali impiegati per predire il numero di macchie solari che diverranno evidenti sulla superficie della nostra stella e di conseguenza cercare di stimare il livello di attività del sole.

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Dal Sole più che una tempesta un temporale

Da giovedì scorso su vari mezzi di informazione nazionali ed internazionali vengono riferite notizie riguardanti quella che è stata definita la più potente tempesta solare degli ultimi cinque anni. La notizia ha riempito anche le prime pagine di quotidiani nazionali on-line e delle agenzie di stampa.

Dalle pagine di CM non abbiamo dato molto risalto alla cosa, anche se seguiamo da molti anni e con molta attenzione l’evolversi dei cicli solari. Non vi abbiamo dato conto di questa notizia, non perché siamo scettici impenitenti che vogliono negare anche la fase di maggior attività solare che stiamo vivendo in questo ultimo anno, ma perché ogni giorno andiamo alle fonti, alla NOAA e alla NASA, e verifichiamo lo stato del “meteo spaziale”. Bene giovedì un “alert” NOAA avvisava di una possibile tempesta geomagnetica G3, una tempesta di discreta entità dovuta all’arrivo di un’onda di particelle espulsa durante un’eruzione solare. Di tempeste G3 in media ne osserviamo 200 in un ciclo solare come quelli ai quali siamo stati abituati fino al 2006, oggi la famosa tempesta G3 sarebbe stata la n. 2 ( due ) del ciclo solare 24 a cinque anni dal suo inizio, quando in media ne avremmo dovute già avere almeno 75; forse la notizia importante era questa.

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Anche il Sole ha le sue anomalie

Il sole e il ciclo solare 24 non smettono di regalare agli studiosi della materia nuovi spunti per la ricerca e quesiti sulle conoscenze finora raggiunte. L’ultimo in serie cronologica di questi spunti può venire da alcuni dati che descrivono l’andamento del ciclo solare. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un graduale aumento del numero delle macchie solari e del flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7 cm. Nei cicli passati tale incremento andava di pari passo con un aumento di un indice geomagnetico l’indice AP.

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